Ci mettemmo d’accordo io e mia moglie per farle trovare ogni sera sotto il cuscino un cioccolatino.
Le dicemmo che era lo gnomo a portarlo.
Lo gnomo che abitava in quella casetta di pietra sotto la curva.
Per anni ogni sera la bambina trovò il suo cioccolatino.
Poi una mattina a colazione arrivò con il cioccolatino in mano e ci disse di smetterla.
Aveva il cassetto pieno di cioccolatini, e comunque era chiaro che lo gnomo era un invenzione.
La guardammo sorridere mentre pucciava il biscotto nel latte con un aria da grande.
Con quell’aria da grande che mi fece pensare di averla persa.
Ora sono qua nel letto di questo ospedale.
E non so se ne uscirò vivo.
Mia figlia viene ogni giorno a trovarmi e oggi mi ha portato un cioccolatino.
Mi ha detto:
“Papà questo me l’ha dato lo gnomo, l’ha fatto per te con il cacao piu’ buono del mondo.”
E io ci ho creduto.
Si crede a qualsiasi favola quando la realtà non ti lascia speranza.
“Posso mangiarlo?” Le ho chiesto.
“Il dottore dice di si.” Mi ha risposto.
E l’ho mangiato ricordandola bambina, quando mi divertivo a spiarla mentre alzava il cuscino sicura di trovare il suo dolce tesoro.
Quanto tempo è passato, infinitamente di piu’ del tempo che mi resta.
Ci sono momenti in cui il trucco si svela, la favola finisce e inizia la vita e giorni in cui il trucco riesce di nuovo, una nuova misteriosa avventura inizia e la vita finisce.
Mi tenne la mano fino alla fine parlandomi di tutte le cose che facevamo insieme.
E mi lasciò andare sussurrandomi nell’orecchio:
papà sai qual’era la cosa piu’ bella della storia dello gnomo…
no, non lo so, dimmi piccola…
la cosa più bella era che io ho sempre saputo che eri te
Fine.
“Papà questo me l’ha dato lo gnomo, l’ha fatto per te con il cacao piu’ buono del mondo“